Rifiuti Speciali Pericolosi: ecco cosa dice il Rapporto ISPRA 2019

Secondo i dati del Rapporto Rifiuti Speciali 2019, elaborato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la produzione dei rifiuti speciali pericolosi ammonta a 60 mila tonnellate. Si tratta di dati relativi all’anno 2017, dai quali emerge che, rispetto al 2016, la quantità di rifiuti pericolosi prodotta sia aumentato dello 0,6%, mentre, è maggiore la crescita di quelli non pericolosi, con un +3% su tutto il territorio nazionale.

Questo strumento è utile sia alle istituzioni che possono attivarsi con misure correttive a garanzia della salute pubblica e ambientale, sia alle aziende, come Sinergie Ecologiche, che operando nello smaltimento dei rifiuti sanitari a Roma e in tutta la provincia, possono continuare a in-formare adeguatamente le strutture sanitarie del territorio.

Rapporto Rifiuti Speciali 2019

La diciottesima edizione del rapporto ISPRA  fornisce il quadro della situazione in Italia, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi. Ecco alcuni degli indicatori che hanno permesso di condurre l’analisi:

  • produzione rifiuti speciali;
  • gestione rifiuti speciali;
  • impianti di gestione sul territorio.

I dati

Una prima analisi è relativa ai dati per settore e area geografica, dalla quale emerge che la produzione maggiore proviene dal settore costruzioni e demolizione, con una percentuale del 41%. Invece, per quel che riguarda la distribuzione, la macroarea nord risulta essere quella che produce più rifiuti speciali con quasi 81 milioni di tonnellate.  

Ricordiamo che nella categoria rifiuti speciali pericolosi rientrano anche quelli prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca collegate (tranne i rifiuti di cucina e di ristorazione che non derivino direttamente da cure sanitarie), che, come indicato nel DPR 254/2003, prevedono una procedura di gestione e smaltimento ad hoc per ognuna delle sottocategorie esistenti. Infatti, parlando di come smaltire i rifiuti sanitari è importante distinguerli tra pericolosi a rischio infettivo e non, pericolosi con particolari modalità di smaltimento e quelli assimilati agli urbani.

La gestione dei rifiuti

Il report dell’ISPRA riporta che gli impianti per la gestione dei rifiuti speciali operativi in Italia, siano ben 11.209, di cui 6415 situati al nord. Tra questi sono presenti gli impianti che effettuano il coincenerimento dei rifiuti, tra cui quelli sanitari con oltre 13 mila tonnellate (11,6%) e quelli di incenerimento, che interessa circa l’8% dei rifiuti provenienti dal settore sanitario e veterinario. Infine, ci sono le discariche che provvedono allo smaltimento di rifiuti per oltre 12 milioni di tonnellate, di cui 1,2 milioni rientrano nella categoria pericolosi.

Inoltre, è importante segnalare che il nostro Paese esporta all’estero 3 milioni di tonnellate di rifiuti (il 32% è costituito da quelli definiti pericolosi) importandone, invece, ben il doppio.

Gestione e smaltimento rifiuti: continuare a in-formare

I dati analizzati da ISPRA e qui sintetizzati sottolineano che il trend di produzione di rifiuti pericolosi è stabile. Per questo è importante che le strutture sanitarie continuino ad investire nella formazione, affinché OSS, infermieri, medici e tutto il personale addetto e potenzialmente a rischio di contatto con rifiuti speciali ospedalieri e sanitari in genere, siano preparati per riconoscerli e gestirli secondo la normativa e senza rischi.

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